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"U-boot"  i battelli del mare sommerso

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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Un conflitto spietato

 

     Il bollettino trasmesso all'unisono da Dönitz a tutti gli U-boot altri non fece se non accendere una guerra sottomarina di proporzioni spietate e non facile da dimenticare. A similitudine degli anni 1916-17 a cavallo dei quali (durante la prima guerra mondiale) vi fu una nevicata straordinaria che sull'Alto piano di Asiago bloccò qualsiasi azione da parte di entrambi gli eserciti,  quello Imperiale Austriaco e quello Italiano, e che indusse il Gen. Cadorna a rinunciare alla controffensiva denominata "operazione Kappa", così negli ultimi mesi del 1942 nel Nord Atlantico si scatenarono una serie di tempeste che raggiunsero quasi forza 10 e che per circa due mesi ne ostacolarono la navigazione. Eppure, nonostante ciò, i battelli di Dönitz costantemente all'erta ingaggiarono battaglia, basti solo pensare al quantitativo di unità che malauguratamente incapparono nei branchi dei lupi grigi. Nel solo anno in corso gli affondamenti superarono i sei milioni di Tonnellate, più di quanti in assoluto rispetto ai tre precedenti anni messi assieme, a scapito di 87 sommergibili che colarono a picco. Dönitz intanto continuava a ricevere sempre nuovi mezzi; a Kiel la produzione di battelli nei cantieri navali dei Krupp raggiunse livelli di tutto rispetto di circa venti al mese, per cui l'operatività non venne mai meno anzi, proprio in quel periodo le operazioni condotte in branco si intensificarono. La mente di Dönitz , sempre fervida di idee e per quanto astuta nel metterle in atto, ancora una volta mise mano ad un piano molto ingegnoso per coordinare al meglio e indirizzare con precisione gli U-boot sui bersagli. Egli organizzò la flotta del Nord Atlantico suddividendola in tre gruppi: Raubgraf (il barone predatore);  Stùrmer (l'ardimentoso) e Dránger (il devastatore). Il gruppo Raubgraf aveva il compito di pattugliare la fascia di mare a Est di Terranova lungo il 50mo parallelo, mentre gli altri due dovevano attestarsi lungo un varco centrale largo circa 300 Miglia, distanziati tra loro circa 40 Miglia l'uno dall'altro, in tal modo riuscivano a coprire un braccio di mare lungo circa 500÷600 Miglia da Sud verso Nord e viceversa; chi avvistava il convoglio non doveva entrare in azione ma comunicare all'Alto Comando sottomarini via radio... rotta, velocità, consistenza del naviglio, consistenza della scorta e le condizioni meteo locali; a sua volta, l'Alto Comando, avrebbe coordinato l'attacco comunicando a ciascun gruppo le rotte da seguire e il probabile punto di contatto. Questo sistema prima o poi, avrebbe portato Dönitz a scovare qualche convoglio... ma c'è di più, il sevizio informazioni della Marina tedesca, il B-Dienst, era sempre attivo e solerte nel comunicare qualsiasi notizia riusciva a captare su eventuali movimenti di navi, e il caso volle che agli inizi di Marzo del 1943, riuscisse a intercettare e a decifrare alcuni messaggi della Royal Nevy, venendo così a sapere che erano in partenza da tre convogli da New York diretti in Gran Bretagna. Erano convogli che raggruppavano più di 140 unità e di varie nazionalità e trasportavano del materiale estremamente prezioso... quasi 1000 Tonnellate di petrolio greggio, carne congelata in gran quantità e altri generi di derrate, tabacco, cereali, minerali vari, acciaio, polvere da sparo, detonatori, granate, bombe, autocarri, locomotive, mezzi da sbarco, aerei, carri armati, oltre a 9000 marinai e più di 1000 passeggeri. Erano senza dubbio dei bottini quanto mai ghiotti e per giunta non potevano certo passare inosservati dato il numero di U-boot che Dönitz mandò loro incontro. A ciascun convoglio il comando alleato designò una sigla...SC-122; HX-229; HZ-229A. Ciò di cui non si era a conoscenza era la data di partenza di ciascun convoglio. Certamente sarebbero salpati in successione, ma a quanti giorni di l'uno dall'altro?! Naturalmente la rastrelliera di cui Dönitz si serviva sicuramente avrebbe catturato qualcosa. Il primo convoglio, cioè HX-229A, tranne un mercantile affondato da un Iceberg arrivò a destinazione sano e salvo, ma il secondo e il terzo gruppo furono meno fortunati. Il primo avvistamento avvenne alle prime luce dell'alba del giorno 16 Marzo dall'U-653 che trasmise subito la notizia al quartiere generale di Dönitz che, dopo un attento esame   ritrasmise le sue direttive a 37 battelli che ricevettero in seguente messaggio: PROCEDERE A MASSIMA ANDATURA VERSO CONVOGLIO RIQUADRO bd-14 OLTRE 60 UNITA' IN ROTTA NORDEST 9 NODI. Gli U-boot nei giorni successivi tallonarono i convogli sferrando i  loro attacchi a ondate successive, naturalmente vennero opportunamente ostacolati dai caccia-torpediniere, ciò nonostante riuscirono ad affondare 22 mercantili, di contro, un solo U-boot fu affondato.

     Sulla scia di quello che era accaduto ai convogli HX-229 e SC-122, da quel fatidico mese, per gli affondatori di Dönitz le cose cominciarono a cambiare. C'é chi dice infatti che la fortuna cominciò ad abbandonare gli equipaggi sottomarini, a similitudine del Capo Horn, dove nel bel mezzo della bufera il vento cambia totalmente di direzione soffiando nel verso opposto.

 

 

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