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Storia dell'Aviazione Navale Italiana

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(4 Giugno 1914) Nave "ELBA" la prima unità appoggio idrovolanti della Regia Marina. Le manovre di messa amare e recupero dei velivoli avveniva tramite picchi di carico azionati da verricelli.

(Foto Ufficio Storico M.M.)

     Il 20 Luglio 1913, viene nominato il nuovo Capo di Stato Maggiore della Regia Marina, l'ammiraglio Paolo Thaon di Revel,  grande assertore dell'Aviazione della Marina, il quale diede un notevole impulso allo sviluppo del settore con un adeguato programma di potenziamento, pur se limitato dai restrittivi bilanci della Marina. Or bene, a seguito di questa azione quanto mai determinante da parte del grande Ammiraglio, venne successivamente stipulata una ben dettagliata convenzione fra il Ministero della Guerra e il Ministero della Regia Marina e, di fatto, questa azione può essere annoverata come la nascita dell'Aviazione Navale Italiana.

     Detto fatto si cominciò con l'ampliare l'organico dei piloti estendendo anche ai  sottufficiali la possibilità di accedere ai ruoli del nuovo settore, nel contempo, fu messo in atto il procedimento nell'acquisizione di nuovi velivoli quali il biplano biposto "Curtiss Flying Boat" con un raggio di azione di oltre 435 Km. che servì ad ampliare e rinforzare la linea di volo in sostituzione del vecchio modello "Curtiss 1912".

     Gioco forza, con l'evolversi degli avvenimenti cominciò sempre più a prendere piega l'idea del binomio "nave-aeroplano" pertanto si stava  profilando sempre più l'esigenza di poter disporre di una nave appositamente attrezzata al fine di usufruire al meglio e più significativamente di questi mezzi, ritenuti oramai indispensabili  per una più completa condotta di operazioni sul mare. In proposito non bisogna dimenticare che anche le marine delle altre nazioni stavano orientandosi all'utilizzo dei mezzi aerei imbarcati su delle unità di superficie appositamente studiate ovvero, le portaerei.

     L'intuizione di Guidoni nel pensare ad una nave-hangar fu lungimirante, così in successione ai fatti venne realizzata la prima porta-idrovolanti della Marina, trasformando l'incrociatore protetto "Alba" (da 2.732 Tonnellate di stazza) in unità d'appoggio aeronavale e assegnata poi alla base di Taranto.

     La capacità di stivaggio degli idrovolanti però era piuttosto limitata, inoltre l'unità era priva di una adeguata logistica: mancavano officine appositamente attrezzate, gli alloggi per i piloti i depositi per la benzina avio e quant'altro. Tutto ciò destò nello Stato Maggiore la preoccupazione di poter disporre di un nave più capiente e in possesso di maggiori idoneità per il settore. Questa volta la scelta cadde sul piroscafo "Quarto" (da 6.400 Tonnellate di stazza) e che fu acquistato per 750.000 lire. La Nave fu così inscritta nel quadro del Regio Naviglio col nome di "Europa". I lavori di trasformazione furono avviati e portati a termine nell'arsenale di La Spezia  nel breve arco di pochi mesi, quasi a ridosso delle ostilità con l'Austria.    

 

 

 

 

Ammiraglio Paolo Thaon di Revel

(Foto Ufficio Storico M.M.)

 

La seconda Unità di appoggio idrovolanti "Europa" da 6.400 Tonnellate

(Foto Ufficio Storico M.M.)

 


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