I Vascelli da guerra  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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  La ripresa delle ostilità

    Ma l'alleato francese si rivelò poco agguerrito. I transalpini, nonostante le intenzioni, in realtà, non avrebbero sparato un sol colpo di cannone però, qualcosa la fecero o meglio: a qualcosa di sicuro servirono. Indussero gli inglesi a commettere una sorta di errore nella valutazione sulle forze dislocate in mare e del reale nemico. Certamente il tempismo in molti casi può rilevarsi decisivo, ma non questa volta.

     Nessuno avrebbe immaginato quello che di lì a poco sarebbe successo. Ma andiamo con ordine.

     Nella primavera di quell'anno, 1666, la Marina inglese si apprestava a dare l'inizio alla nuova campagna navale, il principe Rupert salì a bordo della sua ammiraglia il "Royal Charles" da 87 cannoni, con la qualifica di nuovo Comandante in capo della regale flotta che all'epoca, stazionava all'ancora nei pressi dei Downs. Ben 80 vascelli nuovamente allestiti erano pronti a eseguire le sue direttive. Il principe Rupert sapeva bene che de Ruyter era a sua volta pronto e si stava dirigendo verso le cose inglesi ma, proprio in quel preciso frangente, accadde un fatto inaspettato. Giunse ai Downs una fregata recante un dispaccio a dir poco preoccupante ovvero: era stata avvistata una flotta francese composta da 36 unità che, provenienti dal Mediterraneo, si stavano incuneando nella manica, e, a detta di ciò, arrivò anche l'ordine del re di suddividere la flotta in due squadre: infatti ordinò a Rupert di porre le sue insegne a bordo del "Royal James" e di dirigersi incontro ai francesi, servendosi dell'ausilio di un terzo della flotta e lasciando la rimanente forza a disposizione del Duca di Albemarle per affrontare gli olandesi.

     Fu un errore di valutazione che costò molto caro, e, non solo perché così gli inglesi si trovarono ad avere due semiflotte deboli, ma sopratutto perché si trattava di un falso allarme e infatti: il Capitano della fregata si era sbagliato, non si trattava di navi francesi ma di navi spagnole che risalivano la costa al largo del Portogallo. A questa beffa, fu aggiunto anche un'altro incomprensibile errore e cioè: quello di non mandare un corriere celere ad avvisare il principe Rupert che nel frattempo aveva già raggiunto l'isola di Wight.

     Nel frattempo, de Ruyter, con i suoi 85 vascelli, si stava dirigendo verso le coste del Kent per intercettare la flotta inglese ovvero: le rimanenti 56 unità da battaglia affidate ad Albemarle che, sicuro di sé, pur essendo inferiore come potenza navale, decise ugualmente di attaccare gli olandesi e qui, commise un errore tattico. E' anche probabile che tale errore sia stato indotto dalle condizioni del mare infatti, quando egli avvistò la flotta olandese, questa si stava dirigendo verso sud-est, quasi a ridosso delle coste delle Fiandre e poiché spirava un forte vento da sud-ovest, la flotta inglese fu costretta a porsi su una rotta parallela e sopravento rispetto a quella avversaria, questo significò avere il vento attraverso di dritta, ciò rendeva impossibile aprire gli portelli di sinistra perché i trovavano a pelo d'acqua e in quelle condizioni si correva il rischio si imbarcare acqua, per cui, non poteva usufruire dei cannoni dei ponti inferiori. Questo significò perdere capacità nel volume di fuoco, specie con i cannoni di grosso calibro. Che fosse fortuna o abilità, sta di fatto che de Ruyter aveva in mano la flotta inglese. All'avvicinarsi della costa, Albemarle fu costretto a segnalare alla flotta di virare di bordo e con il nemico sottovento, non gli rimase che virare ancora sopravento e quindi si venne a trovare nelle medesime condizioni di prima. Al successivo passaggio, de Ruyter segnalò di aprire il fuoco e tutta la flotta inglese subì seri danni, tutte le navi vennero colpite da sonore fiancate e riportarono danni più o meno gravi; alcune furono costrette ad abbandonare la formazione e vennero immediatamente annientate; molti furono gli atti di eroismo dei marinai inglesi che continuavano a combattere senza tregua, anche se in condizioni sfavorevoli.

     Al termine della giornata, Albemarle, si rese conto di avere perduto 13 navi e la rimanenza, pur potendo ancora combattere, erano piuttosto malridotte. Molti uomini erano morti e gli altri erano stremati. Durante la notte che portò un pò di tregua, egli radunò i Capitani per un consiglio di guerra e fece loro un lungo discorso dove pronunciò la celebre frase... solo i codardi fuggono.

     Nelle condizioni in cui si trovava la flotta inglese, sicuramente non erano in grado di combattere ancora, tuttavia, il giorno seguente ripresero a combattere contro un nemico che, al contrario, aveva al suo attivo tutte le sue navi e aveva perso solo pochi uomini. Ma le cose non cambiarono. Il combattimento riprese ancora arduo e violento come non mai, altri furono gli eroismi e altri furono gli uomini che morirono. Alla sera del secondo giorno gli inglesi potevano contare su appena 16 navi. Le altre erano semidistrutte e a mala pena galleggiavano. Un'altra notte portava un pò di sollievo agli uomini che oramai stremati si abbandonavano in coperta e questo, indusse Albemarle a veleggiare pian piano verso le coste inglesi incalzato dalle navi olandesi. Verso sera, dopo una giornata di altri aspri combattimenti, all'orizzonte apparvero le vele del principe Rupert che era arrivato a dare manforte, ma le gioie si spensero quasi subito poiché alcune navi, per colpa dei piloti inesperti, finirono nelle secche di Galloper, così da causare un semidisastro. Il "Royal Prince" rimase incagliato per primo e così alcune altre navi dopo di lui, tra queste vi era anche il "Royal Charles" che si scontrò a sua volta con un altro vascello.

     Gli olandesi  approfittarono delle circostanze e subito accerchiarono il "Royal Prince" e lo attaccarono senza mezze misure e riducendolo un colabrodo sino a che una tremenda esplosione pose fine ai suoi giorni. Intanto la ritirata di Albemarle continuava, ma nella neutralità della notte, alcune navi furono riparate e messe in grado di combattere, cosicché, all'alba del quarto giorno i combattimenti ripresero ancora più violenti e sanguinosi. Nel bailame che ne seguì, il rombo dei cannoni e lo scoppiettio dei moschetti si confusero con le urla di braccia spezzate e di teste mozzate dalle bordate a mitraglia e dagli arrembaggi cruenti, dove tutti si battevano contro tutti sino allo stremo. Verso il pomeriggio del quarto giorno, fortunatamente per tutti, una fitta nebbia calò sulla scena, tanto da rendere impossibile il combattimento e questo, pose fine alle ostilità e con somma soddisfazione da parte delle due fazioni. Anche gli olandesi, piuttosto stremati, desistettero dall'inseguire quella che era rimasto della flotta inglese. Tutto sommato, la nebbia, fu una scusa onorevole per interrompere quello scempio immane.

     Come sempre, quando la notizia della sconfitta arrivò a Londra, si cercò un capro espiatorio. Inutile dirlo, l'opinione pubblica affibbiò ad Albemarle l'onta della sconfitta e lui, di rimando, accusò i capitani, asserendo di non aver mai combattuto in vita sua con ufficiali peggiori di loro. Era un'accusa ingiusta. Quello che invece semmai appariva giusto e che era alle origini di tutto, fu l'erronea valutazione strategica che erano da addebitarsi al Re o al Duca di York e che per ragioni di stato, venne messa a tacere. Così si era conclusa la famigerata quanto famosa "battaglia dei quattro giorni" che inflisse alla potente flotta inglese una agghiacciante sconfitta. Nella fattispecie, erano morti 2 ammiragli e 12 capitani, 2500 marinai erano rimasti uccisi e quasi altrettanti furono tratti prigionieri e la rimanenza della flotta languiva semidistrutta. Gli olandesi dal loro canto, avevano perso solo quattro navi, in compenso, le altre versavano in uno stato migliore, mentre le perdite umane furono abbastanza significative anche per loro.

     Una sola cosa rimane da dire e cioè: che entrambe le fazioni reclamarono per se una vittoria che in  realtà, appariva piuttosto aleatoria, poiché non fu assolutamente risolutiva né definitiva, al punto che entrambe le flotte, ben presto, avrebbero riprese le ostilità. La sola cosa che si poteva osservare, era il fatto che gli inglesi avevano avuto la peggio.

 

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