I Vascelli da guerra  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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 Innovazioni sulla tattica navale Inglese

   La domanda è: quale era la tattica di combattimento navale dell'epoca?

     Bisogna dire, che sin dalle prime rudimentali tecniche che videro l'impiego del cannone a bordo di una nave e all'efficacia che questo aveva apportato negli scontri navali, i combattimenti tra unità di diverso tonnellaggio, si svolgevano in una mischia colossale in una lotta quasi impari, dove la vittoria finale, era dovuta al caso o all’iniziativa e/o all’intuito del singolo capitano. Con lo sviluppo del vascello da guerra e con le esperienze acquisite nelle precedenti battagflie, nel tempo, si intuì la necessità di apportare delle sostanziali modifiche e opportuni adeguamenti, al fine di ottimizzare al meglio la propria potenzialità e in questo, sia Inglesi, che Olandesi, furono tra i primi ad accorgersi di questa necessità. Con la sola differenza che gli Inglesi furono i primi a metterla in atto. Ma andiamo con ordine.

   Dunque, come già abbiamo osservato, Blake aveva suddiviso l'intera flotta in tre squadre navali però,  una volta che ciascun capo squadra era entrato nel vivo della battaglia, gli altri capitani si disponevano dietro di lui e si univano alla mischia disponendosi al meglio delle loro possibilità, scegliendo ciascuno un bersaglio da perseguire e semmai, desisteva dal combattere se e quando l'Ammiraglia si disimpegnava per prima. Ciò premesso, ciascun capo squadra o l'Ammiraglia stessa, non aveva mezzi per comunicare alcun ordine in merito allo svolgimento  della battaglia. Diciamo che sino a quel momento, nessuno si era ancora cimentato nell'inventarsi una qualche tattica da mettere in atto per sopprimere a questa deficienza. Specie nel mondo delle  navi a vela, dove la cosa non era di facile soluzione.

   Al dunque: Blake, Monck e Deane, questi tre ufficiali dell'armata rivoluzionaria di Cromwell, furono gli artefici di due importantissimi documenti che riuscirono fondamentali per lo sviluppo a venire delle tattiche di combattimento della Marina da Guerra Inglese.

" Instructions for better prevision of the fleet in combat”

     Edite l'8 Aprile del 1653, ingiungono testualmente ai capitani di ciascuna squadra di non gareggiare nel scegliersi la posizione migliore rispetto al proprio capo squadra durante la navigazione, ma bensì di mettersi in formazione e attenersi agli ordini dei superiori e dell'Ammiraglia e comunque, in nessun caso, nessun capitano doveva inserirsi sopravento rispetto al capo fila. Oltremodo, dette istruzioni, stabilivano anche le modalità di un nuovo sistema di trasmissione degli ordini quali: il cambiamento di rotta , se ridurre l'andatura o mettersi in panne e dar fondo all'ancora, e tutto questo, tramite segnalazione con bandiere appositamente studiate, e, diversificando la posizione delle vele o variando le luci di via durante la notte. Ad esempio: in caso di avaria si dovevano segnalare con due colpi di cannone distinti l'uno dall'altro e imbrogliando le vele basse. Inoltre, nelle norme per il combattimento" che erano fin che 14, di cui la terza, stabiliva con assoluta precisazioni, quale posizione doveva assumere ogni capitano rispetto alla squadra, compresa quella di mantenersi sempre in linea col proprio comandante.

     L'allineamento di fila era di per sé un ottimo sistema di predisporre la flotta al combattimento, per di più, ogni nave aveva entrambe le fiancate libere quindi, nelle eventualità, poteva disporre della massima concentrazione di fuoco, inoltre, essa era sempre controllata sia di prora che di poppa, eccetto che per la prima e l'ultima della fila. Questo sistema, peraltro molto efficace, si dice che sia da attribuirsi a William Penn, viceammiraglio della squadra blu di Blake però, sembra anche, che detti suggerimenti provenissero addirittura dallo stesso Trump, che di per sé, non era mai riuscito a metterlo in pratica e ciò, era dovuto alla scarsità nella preparazione dei suoi ufficiali. Ed ora gli inglesi ne avevano perfezionato l'idea,  mettendo anche a segno una modalità di segnali adeguata e costituendo, per l'appunto, un nucleo di uomini opportunamente addestrati a farlo. Così, pian piano, gli inglesi ottimizzarono questa nuova metodologia di combattimento, che poi si perpetuò sino all'epoca di Nelson.

    Intanto i giorni passavano e mentre Trump si leccava le ferite, gli inglesi continuavano a mettere in atto una esercitazione dopo l'altra per meglio addestrare la flotta. Purtroppo, la prima volta che questi misero in atto questa nuova tattica, i risultati non furono pienamente soddisfacenti e non perché fossero stati sconfitti, ma per la mancanza di Blake a dirigere le operazioni. Egli infatti era costretto a letto per la ferita che aveva riportata alla gamba, per di più, ci fu anche una carenza di vento, debole, che non permise alle navi di manovrare a dovere. Ciò avvenne nel Giugno seguente, il giorno 12 e 13, al largo delle secche di Gobbard sul mare del Nord. Fu una mischia furibonda, dove purtroppo gli olandesi ebbero ancora la peggio però, che a dir si voglia, i frutti della nuova tattica inglese cominciarono a dare i loro frutti e infatti, quando il giorno dopo il vento rinforzò e gli olandesi ebbero modo di osservare le manovre perfette degli inglesi, si scoraggiarono e si ritirarono a ridosso delle loro coste, lasciando gli inglesi padroni della manica e del mare del Nord. Ciò provocò non poco panico, poiché le navi che pattugliavano lungo la costa olandese, esercitavano una sorta di pressione psicologica. Oltretutto: nei mercati generali di molte province dei Paesi Bassi, determinate mercanzie cominciavano a scarseggiare e Trump, che nell'ultimo combattimento aveva perduto ben 21 navi ed altre 11 erano state catturate dagli inglesi, in luogo dei suoi avversari che non ne persero alcuna, ebbene: quest'uomo dalle grandi risorse, non sapeva cosa fare. Nello scontro, anche lui era ferito, ma più che altro era ferito nell'orgoglio. Doveva fare qualcosa. Bisognava rompere quel blocco navale inglese. Si ma come! Trump aveva bisogno di tempo, che non c'era e doveva in qualche modo risolvere i suoi problemi tattici e poi aveva bisogno di allestire la flotta; almeno un centinaio di navi. Per la verità molte di queste erano già in riparazione presso l'estuario della Mosa, ed altre, una trentina, erano prossime ad essere armate, a Texel, nella costa settentrionale dell'Olanda. Si ma, come riunire una simile flotta senza insospettire gli inglesi?

   Oltremodo Trump, in quel frangente, era anche impressionato e preoccupato per l'andamento aspro e cruento che la guerra aveva assunto. Sembrava quasi che nessuno fosse più disposto a rendere quartiere, sembrava che la ragione avesse lasciato il posto all'assolutismo. Niente più rispetto per nessun cavaliere del mare.

 

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