I leggendari Clipper  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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La corsa del 1885 

   Fu proprio durante la sosta del Cutty Sark nel porto di Sydney, in attesa del nuovo carico di lana da trasportare a Londra, che anche il Thermopylae vi attraccò. Era dal lontano  1872, cioè dall’epoca dell’incidente che causò la perdita del timone, che i due temibili Clipper non ebbero più modo di confrontarsi, ma ora, se ne presentava l’occasione.

   E così nel mese di Ottobre del 1885, partirono da Sidney alla volta di Londra, un certo numero di velocissimi Clipper ivi compresi il Thermopylae e il Cutty Sark, rispettivamente il giorno 6 e il giorno 18. Questa volta entrambi passarono a Sud della Nuova Zelanda e puntarono diretti al Capo Horn. Era la prima volta che Woodget affrontava il temibile Capo. Alcuni giorni dopo la partenza, il Cutty Sark si trovò ad affrontare i primi marosi, ma li superò agevolmente, anzi, in quelle condizione di mare la poppa ideata da Linton si dimostrò ideale e la nave filava in perfettamente in assetto, scivolando veloce  sulla cresta dell’onda. Improvvisamente verso le ore 23.00 una violenta raffica di vento sorprese il timoniere e fece girare il Clipper su se stesso. La nave col mare traverso sembrò capovolgersi, il contro-velaccio e la gabbia volante di maestra si strapparono e così pure i velacci e i velaccini di trinchetto. Fortunatamente l’onda successiva risollevò il Clipper e questa volta il timoniere fu scaltro a riportare la nave in rotta. Woodget, senza mai perdere il controllo, fece prontamente sostituire le vele senza mettersi alla cappa e continuò ad avanzare. Il giorno dopo il Clipper evitò per un soffio la collisione con un iceberg, infatti per guadagnare tempo, Woodget, stava navigando ad una latitudine molto bassa e piuttosto pericolosa, ma alla fine superò la zona dei ghiacci e doppiò il terribile Capo Horn. 

   A riguardo bisogna sicuramente citare quanto lo stesso Woodget ebbe modo di riportare sul giornale di bordo qualche anno dopo, in merito ad un suo incontro con i ghiacci (foto 19) :

...mercoledì 8 febbraio 1893, latitudine 50° 08' Sud, longitudine 46° 41' West, rotta Nord 050° Est, distanza percorsa 150 miglia. Brezza leggera da sud ovest, ore 06.00 antimeridiane, nebbia; ore 06.30 la nebbia si alzò e ci trovammo circondati da iceberg; 08.00 antimeridiane, di nuovo nebbia; ghiaccio di prua, in effetti vi era ghiaccio tutto attorno. Appena avevamo avvistato un iceberg, ne veniva segnalato un'altro. Si poteva sentire il mare che ruggiva contro di essi e fra essi. Il ghiaccio che si rompeva, talvolta con rumore di tuono e talvolta come un cannone, e spesso con un colpo secco come di fucile, e tuttavia non si riuscivano a vedere.

   Lo stesso Woodget, da sempre appassionato di fotografia, immortalò più volte quelle gigantesche formazioni di ghiaccio; a volte passava ore ad osservare la loro mole e il loro biancore incontaminato.

...ma torniamo alla sfida. Il Cutty Sark risalì l’Atlantico lungo le coste dell’America Latina, supero l’equatore e seguì la rotta per l’Africa del Nord, puntò sulle isole Azzorre poi virò a Nord-Est costeggiò il golfo di Biscaglia puntando sull'Inghilterra. Woodget aveva battuto qualsiasi primato, era salpato appena 67 giorni prima e si trovava ad un solo giorno dallo stretto della manica. E qui, al colmine della sfortuna incappò in una serie di contrattempi sottolineati da venti deboli e contrari, compreso un giorno di calma assoluta. Woodget impiegò i cinque giorni successivi per colmare poco più di 300 miglia e quando finalmente imbarcarono il pilota del porto, fu sorpreso nell'apprendere che il Thermopylae non era ancora arrivato. Il Cutty Sark impiego complessivamente 73 giorni per raggiungere Londra, un record rimasto imbattuto. Fu per tutti una grande vittoria, la stessa che quattro anni dopo arrise nuovamente al Cutty Sark, quando superò in velocità il vapore Britannia, arrivando per primo nel porto di Sidney. 

 

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