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"U-boot"  i battelli del mare sommerso

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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Le nuove idee sottomarine

 

     Strategicamente se l'Alto Comando Tedesco voleva in qualche modo interrompere il flusso di uomini e mezzi provenienti dall'America, capì che bisognava portare la guerra verso le coste d'oltre oceano, così mise in opera una nuova strategia anzi, una nuova arma: l'incrociatore sommergibile. Questi: altri non era se non un U-Boot molto più grosso cosiddetto, da carico,  che doveva sferrare gli attacchi lungo le rotte più lontane, oltre l'equatore, a ridosso delle coste occidentali americane.  Questi nuovi sommergibili erano dotati di ben sei tubi lanciasiluri, due cannoni da 150 mm. con un dislocamento di 2500 Tonnellate per una lunghezza di 95 mt. 

     Il capostipite di questi fu l'U-155 che salpò da Kiel il 24 maggio 1917 percorse oltre 10.200 Miglia e affondò una ventina di unità mercantili. Fu poi la volta dell'U-151 che nel Settembre successivo percorse 12.000 Miglia affondando altrettanti mercantili senza subire attacchi. Questi nuovi mezzi dotati di grande autonomia giravano quasi indisturbati nell'immensità dell'oceano spingendosi sino al largo delle Azzorre e giù oltre le isole Canarie, e semmai, quella che fra tutte si può annoverare come la missione più importante quanto inverosimile intrapresa, fu senza dubbio quella compiuta sempre ad opera dell'U-151 al comando del capitano di Corvetta, Heinrich von Nostitz und Janckendorff, il quale, una volta superato il blocco britannico si diresse verso le coste americane con l'intento di intercettare quanto più naviglio possibile ma, oltre a ciò, aveva anche l'incarico di posizionare delle mine lungo la costa orientale sostanzialmente in due zone principali ovvero: nella baia di Chesapeake e in quella del Delaware, per intercettare in questo modo, i bastimenti in uscita da Baltimora e Filadelphia (vedi costa) e diretti in Europa. Gli americani non ancora abituati a interagire con l'idea di essere attaccati sotto le proprie coste, non erano ancora sufficientemente allerta, da cui, l'U-151 non incontrò ostacoli e seminò tranquillamente il suo micidiale carico, quel tanto che risalendo la baia di Delaware, i tedeschi catturarono tre golette e prima di affondarle,  pensarono bene di trasbordare tutti i viveri freschi giacenti nelle stive dei velieri. Per alcuni giorni poi, l'U-boot,  navigò indisturbato trascinando a rimorchio un cavo tramite il quale riuscì a tranciare dei cavi telefonici sottomarini. Verso il mese di Giugno, von Nostitz, colò a picco altre sei unità  tra velieri e piroscafi provvedendo, tra le altre cose, a mettere in salvo i naufraghi su delle imbarcazioni lasciandole poi a ridosso delle coste del New Jersy. Fu sicuramente un trauma, per la prima volta l'U-151 infranse la cosiddetta tranquillità in cui viveva l'America. Ma quello che avrebbe maggiormente fatto scalpore fu l'affondamento del transatlantico "Carolina" sempre ad opera dell'U-151, se non altro per le modalità usate e nella calma più assoluta.

     Il "Carolina" fu attaccato a 60 miglia a Est di Capo May nel New Jarsy poco dopo le 18.00 ora della costa , fu sparato un colpo di cannone a poppa via dello scafo per intimargli l'alt, subito l'operatore radio lanciò l'S.O.S. 

...PIROSCAFO CAROLINA SOTTO IL FUOCO DI SOMMERGIBILE TEDESCO..

ma la radio di Capo Mey in ascolto non ricevette più nulla, nemmeno per rispondere alla richiesta di dare loro la posizione. La trasmissione del marconista fu subito interrotta da un messaggio inviato al "Carolina" dall'U-boot sulla medesima frequenza che diceva testualmente:

... SE VOI NON TRASMETTETE NOI NON SPARIAMO..

al successivo tentativo di inviare un'altro S.O.S. altri tre proiettili da 150 mm. caddero nelle vicinanze e indussero il Comandante del "Carolina" ,capitano Baltur, ad arrendersi. Subito dopo l'abbordaggio tutti i passeggeri, ivi compreso il personale di bordo, vennero trasbordati nelle scialuppe di salvataggio e fatte allontanare, dopodiché l'U-151 sparò tre granate sul fianco sinistro della nave e altre tre sul lato di dritta e il "Carolina" affondò. Erano le ore 20.15 della sera. Il pomeriggio del giorno dopo le lance approdarono ad Atlantic City quasi inaspettatamente. La realtà di questo fatto proiettò l'America nella consapevolezza della guerra.  Una curiosità che viene riportata negli annali dell'epoca fu la conseguenza che, nel medesimo giorno,  più di 3000 newyorkesi si arruolarono in Marina.

    Un brivido di paura corse lungo la costa... i porti vennero chiusi, tutte le partenze vennero cancellate e la Marina assunse il controllo di tutto il traffico marittimo che venne organizzato in convogli, e tutte le navi dovettero assumere il silenzio radio in mare. Per la prima volta venne attuato l'oscuramento e le vedette della guardia costiera e gli idrovolanti perlustrarono in permanenza le coste.

    Intanto l'U-151 continuava la sua missione navigando verso Sud affondando altre navi e catturando anche il mercantile norvegese, "il Vindeggen", che trasportava lingotti di rame, così il comandante von Nostitz decise di trasbordare il prezioso metallo, di cui la Germania scarseggiava, sostituendolo con la zavorra di ferro che aveva a bordo. Il lavoro venne svolto con tutta calma a 150 miglia al largo della costa americana, dopodiché, una volta messo in salvo l'equipaggio, il mercantile fu affondato. Sei settimane dopo, il 20 Luglio 1918 l'U-151 fece ritorno a Kiel dopo 94 giorni di missione ed aver affondato 23 navi per complessive di 61.000 Tonnellate, più alcune altre affondate dalle mine che clandestinamente aveva posato.

    Tale successo galvanizzò i tedeschi ed altri incrociatori-sommergibili attraversarono l'Atlantico alla volta delle coste americane, questa volta però con minor successo anche perché trovarono gli americani bene all'erta.

 

 

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