Le fregate americane del 1797

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

 

 

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Le capacità marinare di Isaac Hull

   Ciò che maggiormente fa elevare le doti marinare nelle tecniche di impiego o nella strategia navale non sono solamente gli anni di esperienza ma l’intuito, il colpo di genio che al momento opportuno si inventa la risoluzione, e con queste doti si nasce, l’elasticità mentale è come l’agilità dell’atleta, se non ce, non ce.

   Il giorno dopo la dichiarazione di guerra che avvenne il 20 Giugno del 1812, la piccola squadra navale sotto le insegne del Commodoro Jhon Rodger, salpò  facendo rotta a sud-est di Sandy Hook nel New Jersy, con l’intento di intercettare un convoglio di navi mercantili inglesi che secondo alcune fonti aveva lasciato la Giamaica ed erano in rotta per l’Inghilterra. Nello stesso periodo la Constitution al comando di  Isaac Hull, (foto 03) incrociava verso nord lungo le coste dello stesso New Jarsy.  Hull sapeva che il convoglio di Rodger era composto da cinque navi cosicché, quando le vedette gli segnalarono cinque vele all’orizzonte, pensò che si trattasse della squadra del commodoro Rodger, così virò andando loro incontro per unirsi al convoglio. Verso sera  però Hull si accorse che quel convoglio non rispondeva ai segnali convenuti così accosto a sud cercando di forzare l’andatura, solo all’alba si accorse del suo errore e di essere circondato da navi nemiche. Era una squadra composta da cinque navi sotto il comando del capitano Philip Bowes Broke, che casualmente aveva intrappolato una delle grandi fregate americane. Colmo della sfortuna il vento già debole cadde di colpo, fortunatamente la Constitution era fuori tiro, ciò nonostante il pericolo era sempre imminente. Hull però, prudentemente, fece calare le scialuppe a mare e cominciò a far trainare la nave nel tentativo di allontanarsi il più possibile dal convoglio nemico. Appena gli inglesi si accorsero della mossa fecero la stessa cosa. Intanto con astuzia Hull aveva provveduto a mantenere bagnate le vele in maniera tale che alla prima brezza di vento fossero più portanti. Era una corsa lenta e angosciosa sotto il caldo sole del mattino che si abbatteva sulle spalle dei marinai affaticati sui remi delle lance. Più tardi finalmente si alzò una leggera brezza che fece guadagnare alla Constitution circa un miglio sui suoi inseguitori, poi il vento cadde nuovamente. Anche la Shannon però aveva guadagnato braccia di mare portandosi quasi a portata di tiro, ciò gli permise di sparare qualche colpo con i pezzi di prora che andarono a vuoto. 

   A questo punto vi era ben poco da sperare ma, ecco l’idea… Hull fece unire tra loro tutte le cime che fu possibile trovare a bordo, realizzando un unico cavo lungo quasi 870 Yarde, dopodiché, uno dei due capi passante da prora, fu tenuto saldamente nelle mani dell’equipaggio mentre, l’altra estremità,  fu collegata ad un’ancorotto da tonneggio che fu trasbordato nel cutter della Constitution e trasportato a sua volta alla massima distanza e gettato a mare; con questo sistema di otteneva un punto di ancoraggio a cui potersi aggrappare per poter tonneggiare in avanti la nave. Subito ne fu approntato un secondo, in modo tale da poterlo alternare a primo per avere una continuità nella manovra di allontanamento. I marinai superarono se stessi nello sforzo per alare un cavo così lungo, ma in questo modo la Constitution aumento sensibilmente il divario. (foto 14)

   Gli inglesi non capivano come mai, date le uguali circostanze, la nave americana riuscisse ad allontanarsi, ma non appena capirono quale fosse lo stratagemma subito li imitarono. Ogni tanto arrivava qualche refolo di vento, quel tanto da fare riposare in po’ i rematori. Hull, a questo punto agì ancora d’astuzia, cercò in tutti i modi di alleggerire il più possibile la nave gettando fuori bordo quasi 2500 galloni d’acqua dolce, tenendo al contempo le vele bagnate con d’acqua di mare. Nel tardo pomeriggio arrivò ancora una leggera brezza di vento che soffiò per qualche ora e poi cadde nuovamente, così si dovette continuare a tonneggiare. Gli uomini erano sfiniti, ma lo erano ancor più quelli della Shannon perché non riuscivano mai a portarsi a distanza di tiro. Verso la mezzanotte si levò ancora una debole brezza e Hull fece issare a bordo le imbarcazioni e pian piano la Constitution cominciò a guadagnare distanza. Intanto all’orizzonte si stava avvicinando  un temporale così, visto che gli inglesi sino a quel momento lo avevano imitato, Hull pensò di giocare ancora d’astuzia: fece ridurre le velatura come se si aspettasse un forte colpo di vento, e fece in modo di far capire il più possibile cosa stesse facendo, gli inglesi fecero altrettanto, in quelle condizioni perdere un pennone o una qualsiasi estremità superiore di un albero significava perdere definitivamente la corsa. La folata di vento arrivò ma non fu così forte, subito Hull mise al vento tutto ciò di cui la nave disponeva e seminascosto dagli scrosci di pioggia e protetto dalla oscurità si allontanò con un’andatura di 11 nodi aumentando progressivamente la distanza dai suoi inseguitori. 

   Quando gli inglesi si accorsero della sua manovra era troppo tardi, Hull era riuscito a disimpegnarsi dileguandosi all’orizzonte.

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