Le fregate americane del 1797

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

 

 

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Le politiche estere

    Qualunque azione derivi da una scelta politica, questa è sempre il frutto di interessi di parte, i giochi faziosi di potere che mantengono equilibri precari spesso sono quelli che prevalgono sul buonsenso, ma chi può dirlo con certezza? Lo stesso George Washington nel discorso di commiato al Congresso, nel 1796, esortava i suoi concittadini a non lasciarsi coinvolgere nelle diatribe Europee auspicando una sorta di isolamento politico. Ma quando più tardi il Senato rese di pubblico dominio il trattato di pace stipulato con il Dey di Algeri, Washington si schierò contro, sottolineando l’importanza di una potenza militare marittima. 

   Nel marzo del 1796 infatti, gli innumerevoli sostenitori della pace ad ogni costo, in cambio della liberazione dei connazionali prigionieri e della sospensione delle scorribande corsare a scapito del naviglio mercantile, convinsero il Senato ad accettare delle condizioni da capestro addivenendo ad un accordo che prevedeva il pagamento di una tantum pari a 624.500 dollari più un versamento annuo di 21.600 dollari. Questa risoluzione, quanto mai inaspettata, richiamava in vigore una clausola prevista nella legge navale approvata nel 1794 che, di fatto, sospendeva la costruzione della flotta.

   Al vecchio presidente, che oramai non aveva più la carismatica influenza di un tempo, tutto ciò che gli riuscì ad ottenere dal Congresso furono solamente i fondi per completare gli scafi già in costruzione nei cantieri, ma una volta ultimati, lo stesso Congresso si sarebbe pronunciato in merito se allestire o meno le navi. Le costruzione delle altre tre unità previste fu sospesa e rinviata a data da stabilirsi. Al vecchio presidente non rimase altro che addivenire almeno ad un accordo sui nomi da attribuire alle tre unità: “United States” alla fregata in costruzione a Filadelfia, “Constitution” alla fregata di Boston, ed in fine, “Constellation” alla fregata posta in opera a Baltimora.

   Ma quando si dice: …non dire quattro se non lo hai nel sacco, che in fondo è pur sempre una verità, inaspettatamente, a risollevare le sorti della Marina da Guerra americana dal suo funereo destino, alla fine, guarda caso, fu proprio l’intervento di un antico alleato, la Francia. 

   Quest’ultima era sollecitata da sentimenti di rancore nei confronti degli Stati Uniti, allorché il presidente Washington nel suo intento di mantenere la neutralità, proibì ai corsari appoggiati dal governo francese di sbarcare i loro bottini nelle coste americane ed inoltre, fece pressione presso lo stesso governo francese al fine di richiamare in patria un loro emissario perché propagandava a favore della rivoluzione francese. All’uopo dunque i francesi cominciarono a depredare sia i mercantili inglesi che americani, con il risultato che già agli inizi del 1797 si erano impadroniti di oltre 300 navi.

   Nel Congresso dunque, ai sostenitori della pace ad oltranza, non rimaneva che cedere di fronte all’opinione pubblica sempre più indignata così, il primo Luglio 1797 venne approvato definitivamente la costituzione di un "Dipartimento della Marina da Guerra"Benjamin  Stoddert, un maggiore della rivoluzione, venne nominato dal presidente Jhon Adams, primo segretario della Marina (foto 08) ed inoltre, fu votata la risoluzione che autorizzava senza indugio di ultimare la costruzione e di equipaggiare le tre unità ovvero: la “United States”  la “Constitution” e la "Constellation” .

 

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