L'Arcipelago di La maddalena

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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     Ma con l'evolversi della storia, si arrivò all'ultima sosta di Nelson in quel di La Maddalena, i tempi incalzavano e la flotta francese aveva salpato le ancore. Bisogna dire che l'ultima sosta della flotta fu resa necessaria per sfuggire ad un violento fortunale sospinto dalla sferza del maestrale. Un'ultima sosta, questa, in cui il grande Ammiraglio si dedicò in prevalenza alla corrispondenza d'ufficio. Già nella precedente aveva espletato l'onere di scrivere per suo conto e fra i vari scritti da lui lasciati, troviamo una lettera indirizzata a Carlo Felice, nella quale intesseva la sua stima nei confronti di Agostino per la sua opera di governatorato.

" Signore, non potrei partire dall'isola della Maddalena senza prima assicurare Vostra Altezza Reale che la condotta del Governatore Millelire è stata sempre così perfettamente corretta e strettamente conforme all'editto di neutralità di Vostra Altezza Reale, da meritare costantemente la mia perfetta stima. Pertanto mi permetto di sollecitare per questo eccellente governatore un segno di approvazione di Vostra Altezza col conferirgli un maggior grado, ciò che mi sarà di grande gradimento e soddisfazione".

                                          

     Allo stesso tempo scrisse anche a don Antonio Biancareddu, parroco della chiesa di Santa Maria Maddalena, per ringraziarlo dei suoi servigi e già per fare cosa gradita alla sua comunità, recando in dono un crocefisso e due candelabri  in argento quale segno di riconoscimento. 

"Reverendo Signore, tengo a chiedere che mi sia permesso di donare alla Chiesa di Maddalena un pezzo d'argento di chiesa come segno della mia stima per i degni abitanti e del mio ricordo per il trattamento ospitale ricevuto sempre da loro dalla flotta di Sua Maestà posta sotto il mio comando. Possa Dio benedirci tutti. Rimango, Reverendo Signore, Vostro molto obbediente servitore".  

                                           

     Alle ore tre pomeridiane del 19 Gennaio del 1804 quando tutto sembrava scorrere nella più assoluta normalità, nonostante il persistere del vento, apparvero a vele spiegate le fregate "Active" e "Seahorse"  che Nelson aveva lasciato a pattugliare nelle acque circostanti il golfo di Tolone, recanti il messaggio tanto atteso: "The Enemy is at the sea" (Il nemico ha preso il mare).  Nella quasi immediatezza susseguirono gli ordini e un improvviso brulicare di uomini si affaccendò  sui pennoni, agli argani e alle manovre, e,  alle 6.20 dello stesso giorno la flotta salpò scivolando velocemente  attraverso il passo delle Biscie. Questo però è un punto quanto mai controverso perché nel libro di bordo della Victory è riportato che la flotta salpò sì il giorno stesso, ma nella notte fra il 19 e 20 Gennaio ed esattamente alle ore  03.20 per eludere eventuali sorveglianza da parte delle spie francesi.  

...l'indomani mattina, in quella grigia giornata invernale, mi stavo aggirando tra le strette viuzze della bianca cittadina adagiata sul granitico pendio, camminavo avvolto nel mio pastrano pesante cercando di tenere alzato il bavero onde ripararmi il viso dalle raffiche dal vento freddo di maestrale, camminavo a testa abbassata facendo attenzione a non inciampare nelle sporgenze sconnesse del lastricato che saliva a guardia vecchia e quasi  d'improvviso, incontrai Agostino che stava scendendo in senso opposto.

- "Agostino, buon giorno, avete visto che giornata burrascosa"

- "Si, non si può dire che sia una bella giornata. Avete sentito la notizia?"

“Nun si po’ dì chi sia una bedda jurnata! Eti sintitu a notizia ?” (5)

- "Quale notizia?"

-" Questa notte la flotta è salpata in tutta fretta, sembra che i francesi si siano decisi a lasciare il porto di Tolone".

- “Quista notti a flotta è sarpata in tutta sprenscia, pari chi i francesi si so dicisi a lascià u portu di Tuloni!” (5)

…a questa notizia sobbalzai,  pur sapendo che prima o poi inevitabilmente ciò sarebbe accaduto e guardando il volto attonito di Agostino, esclamai:

- "Caspita, allora ci siamo... ed ora cosa succederà?"

...quel breve dialogo mattutino rese entrambi a dir poco un pò perplessi circa gli eventi prossimi, più che altro perché era giunta a La Maddalena la notizia,  filtrata attraverso i soliti canali, che la flotta dell'Ammiraglio Velleneuve doveva congiungersi con le unità di Rochefort, per tentare uno sbarco in Inghilterra, tanto più che queste notizie era suffragate dal fatto che Napoleone non aveva nascosto questi suoi intenti.

   Quello che ne seguì da parte inglese, fu un inseguimento ad oltranza e infatti, conoscendo le intenzioni di Napoleone, Nelson tentò di intercettare la flotta francese nel sud della Sardegna, ma non fece a tempo. Peraltro, l'intento di trarre in inganno la flotta inglese, da parte di Villeneuve, inoltrandosi in Atlantico e facendo rotta verso le indie occidentali, per poi improvvisamente volgere la prua verso la manica a copertura dello sbarco, fallì. La causa è da ricercarsi nelle forti raffiche di maestrale che si abbatterono lungo la costa occidentale della Sardegna per cui, Villeneuve, riparò nuovamente a Tolone e Nelson, male interpretando le mosse dell'avversario, lo inseguì inutilmente attraversando lo stretto di Messina sino ad Alessandria. Niente. Nessuna traccia della flotta francese, solo dopo il suo ritorno a Malta, egli venne a sapere che il nemico aveva riparato nuovamente a Tolone così, il 29 Febbraio, Nelson ancorò al sua squadra nella rada di Pula, una quindicina di Miglia a sud-ovest di Cagliari.

 

  (5) le inflessioni riportate sono scritte in idioma dialettale Sardo Maddalenino

 

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