L'Arcipelago di La maddalena

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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  ...Comunque Agostino mi disse che Nelson sicuramente sarebbe ritornato, questo riparo costituiva per lui un deterrente di grande utilità, non solo per la neutralità che il re sabaudo manteneva ma, sopratutto, perché ciò gli permetteva di tenere sotto controllo la flotta di Napoleone.   

     La flotta inglese nel periodo che va dall'Ottobre del 1803 al Gennaio del 1805 fece ben otto soste e in ognuna di esse, con un quantitativo di navi sempre diverso. Giusto a rendere l'idea, in quei frangenti, la sola Victory imbarcò un quantitativo di viveri e acqua di notevoli entità, e, per gli appassionati di statistiche, basta visitare la (nota) allegata. Va sicuramente detto che le mire di Nelson nei confronti dell'Arcipelago, andavano ben oltre la possibilità di effettuare delle semplici soste atte a rifornirsi. Il  grande Ammiraglio  aveva scelto La Maddalena sopratutto per la sua posizione geograficamente strategica anzi, considerava il suo approdo quanto mai versatile data la variabilità dei venti e il fatto che egli poteva avvicendarsi da ben due lati.  Il fatto stesso che la Sardegna si incuneasse tra Francia e Italia, la poneva in un contesto geo-politico, che avrebbe sicuramente consolidato la supremazia britannica nel Mediterraneo... o almeno, secondo le prospettive di Nelson. Non a caso infatti egli aveva scartato sia Malta sia la Sicilia e puntava bensì ad assicurarsi la Sardegna. Del resto, sempre  per gli stessi motivi, quest'idea, era entrata già da tempo nelle potenziali mire di Napoleone. Ma ciò a cui maggiormente ambiva Nelson, più che altro, era di poter annettere la Sardegna all'Inghilterra. Di fatti Nelson considerava La Maddalena uno dei più bei porti del mondo, per di più, a sole 24 ore da Tolone. E in tal senso si adoperò. Arrivò persino a dire che quest'isola..."valeva  cento Malte"  arrivò anche a proporre al proprio Governo di inviare un contingente di uomini per presidiare l'intero Arcipelago, previo il consenso del re di Sardegna; ma non ottenne nulla, cosicché pensò bene di proporre l'acquisto dell'intera isola di Sardegna. Aveva anche fatto i suoi debiti calcoli, predisponendo quella che, in termini economici, si potrebbe definire una sosta di analisi di bilancio su ciò che, in pratica, il sovrano ne poteva ricavare con le imposte.   C'erano però delle circostanze che Nelson sottovalutava, ed era il fatto che il governo britannico aveva offerto ai reali di Sardegna tutto il suo appoggio,  come altrettanto avevano espresso le potenze dell'asse antinapoleonico, per di più, mantenendo la propria neutralità. Una volta riportata la Francia a più miti consigli, i Sabaudi avrebbero sicuramente ripreso possesso dei territori in terraferma dai quali, a suo tempo,  furono costretti a lasciare dietro l'incalzare delle truppe napoleoniche, esiliandosi per l'appunto in Sardegna.  E stava proprio qui il punto di non ritorno. Il fatto era, che i reali Sabaudi, potevano vantare il loro titolo proprio grazie al possesso del territorio stesso. Ma il re  Vittorio Emanuele I° reclinò l'offerta, come reclinò la proposta posta in essere da Luciano Napoleone, fratello di Napoleone I°,  nonostante che quest'ultimo, in alternativa,  avesse suggerito i territori di Parma e Piacenza.  Cosa dire, nonostante che da ambo le parti siano state esercitate delle pressioni, peraltro lusinghiere, entrambi i contendenti non riuscirono ad assicurarsi queste isole quanto mai favolose, sopratutto per l'opera dissuasiva dell'allora capo del Regio armamento, il piemontese Giorgio Andrea Des Geneys. Come del resto non vi riuscirono più tardi gli americani,  

Victory cannone da 18 Lb 

...la sua più viva soddisfazione, mi diceva Agostino, derivava sopratutto dal fatto che un personaggio della levatura di Nelson, si era adoperato nei suoi confronti con molto garbo e considerazione, e lo dimostrava il fatto che prima di partire, il grande Ammiraglio, lo aveva onorato con un dono che di certo non si aspettava: una medaglia d'oro che ne riportava la sua effigie e che commemorava la sua vittoria sul Nilo.

- "caro amico, questo dono sottolinea a dovere il vostro operato, dovete esserne fiero."

- "Si.  Lo sono davvero".

- “ja la sagu e ni sogu veramenti fieru!” (3)

...nella sua semplicità, Agostino, in cuor suo sapeva di essersi adoperato nel migliore dei modi,  mai però avrebbe supposto tanto riconoscimento. Bisogna comunque riconoscere che era un uomo dotato di carisma e sapeva destreggiarsi nel giusto modo e con una certa diplomazia, cosa assi importante data la sua attuale condizione.

- "Bene, ora debbo lasciarvi, sapete bene, il dovere mi chiama, devo senz'altro sbrigare della corrispondenza".

- “Ba avà lascetimi andà, gagghiu un bellu po’ di lavoru da fa, papiè e inviloppi annatu a a taula da spidì!” (3)

...così frettolosamente si diresse verso i suoi doveri lasciandomi solo nella piazza ed io, tranquillamente mi diressi verso i miei interessi locali. Avevo preso degli accordi con un pseudo pescatore, giù a Moneta, una piccola località che ospitava una altrettanto piccola comunità di anime, appena fuori dall'abitato di Maddalena; Antonio così si chiamava, era il figlio più giovane del padrone dell'unica bettola esistente al lato della piazzetta locale, dove mi ero fermato per cibarmi al ritorno dalle precedenti escursioni che avevo compiuto alcuni giorni prima a Caprera. La prima volta che vi andai non c'era nessuno, così ebbi l'occasione di parlare col vecchio oste dall'aria  burbera, ma con la passione della comunicativa, cosa assai importante nel suo mestiere. Egli amava parlare, potei così godere della sua compagnia mentre, compenetrato dalla sua enfasi, mi elencava quanto di più bello c'era da vedere, ivi compresa la descrizione sulla bontà del sugo di pesce che le abili mani della moglie sapevano fare. Fu così che mi propose di seguire il figlio, l'indomani mattina, in un giro di pesca.

 

  (3) le inflessioni riportate sono scritte in idioma dialettale Sardo Maddalenino

 

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