I leggendari Clipper  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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Un mito che finisce

   Bisogna dire che questi velieri così leggiadri nel solcare l’onda, hanno ben rappresentato quella che, per antonomasia, si può definire l’epopea d’oro della vela”.  I Clipper, con la loro foga di navigare, hanno segnato diversi apogei lungo le rotte dell’intero globo; sono passati attraverso il fascino sinistro di Capo Horn con i  quaranta ruggenti; hanno superato le estenuanti fasce delle bonacce equatoriali; hanno sfidato  l’infido  muro delle nebbie; hanno violato i territori dei ghiacci galleggianti; hanno portato quasi ovunque l’occhio del marinaio a osservare il fascino della natura; ebbene, nel breve arco di una generazione queste navi sono nate e sono tramontate. Siamo nel 1869 e l’ardita ingegneria dell’uomo ha aperto una nuova via di comunicazione, il "canale di Suez”, (foto 15) portando così un colpo a ferire ai traffici atlantici. Certo il nuovo canale costituiva una più sicura scorciatoia per l’Europa, favorita per di più dalle sempre più moderne navi a vapore e, pur se ancora per qualche tempo, i Clipper, sopperirono alla difficoltà di raggiungere quei lidi dove ancora non erano presenti i rifornimenti di carbone necessari ad alimentare le caldaie, è pur vero che stava iniziando l'era del progressivo declino.

   Fu una agonia progressiva, dalle rotte dell’oppio prima, alle rotte del tè e dell’oro poi,  per finire alle quelle della lana, ai Clipper non rimanevano che noli sempre più scarsi e poveri, come i carichi di carbone o dell’olio di balena o, ancora peggio, agli infamanti trasporti dei clandestini tra la Cina e il Cile che si svolgevano in un costante clima  di tensioni e anche di ribellioni, come sul Bad Eagle, dove i fatti si svolsero in un terrificante epilogo con la morte di altrettanti disgraziati. Ma non fu solo questo:  all’origine del progressivo declino dei Clipper, vi era anche il fatto della scarsa capienza delle stive, oramai le nuove generazioni dei vapori anche se pur ancora un po’ lenti, avevano la possibilità di maggiori capacità di carico e non soffrivano la mancanza dei venti. Sicuramente l’eleganza aveva lasciato il posto alla praticità e al progresso sempre più incalzante. Ancora oggi, Port Stanley alle Falkland, è ineffabilmente definito il cimitero dei Clipper, purtroppo molti di quei velieri dopo un’ ultimo passaggio dall’Horn, finivano in quelle insenature i loro ultimi giorni.

 

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