I leggendari Clipper  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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La rotta

   Bisogna premettere che i Clipper della lana nella rotta (foto 25) da Londra verso l’Australia erano soliti navigare attorno al mondo andando verso Est, cioè discendendo l'Atlantico poi attorno al capo di Buona Speranza fino in Australia, di lì attraversavano il pacifico meridionale e  doppiando Capo Horn risalendo l'Atlantico sino a Londra percorrendo 28.500 miglia. Per coloro che erano diretti a Melbourne, era obbligo passare fra Capo Otway e l’isola King per entrare nello stretto di Bass tra la costa australiana  Sud orientale e la Tasmania, mentre per i Clipper diretti a Sydney, piuttosto che entrare nelle acque dello stretto, molti comandanti preferivano allungare il viaggio di almeno 500 miglia e girare a Sud Est della Tasmania. Una volta ripartiti navigavano attraverso il mare di Tasman per poi entrare nell’oceano meridionale e puntare sull’Horn. Certo attraversare il mare di Tasman voleva dire navigare in un mare di guai perché era noto per le violente tempeste che potevano scoppiare senza preavviso, alcune volte però, i Clipper facevano scalo a Wellington in Nuova Zelanza, passando dallo stretto di Cook tra le due isole maggiori e poi proseguivano verso Est; oppure scendevano direttamente verso Sud  aggirando la Nuova Zelanda e puntando poi direttamente al capo.

   Ora: se il comandante si manteneva ad una latitudine di 42° Sud sino a raggiungere il meridiano di longitudine di 110° Est e poi scendeva successivamente alla latitudine del capo Horn di 56° Sud, lungo questa rotta, la distanza era di circa 5200 Miglia; se invece si mantenevano su una rotta prossima al circolo massimo, cioè navigando ad una latitudine di 60° Sud per poi risalire all’Horn, allora la distanza diminuiva di almeno 700 Miglia. Su entrambe queste rotte si stimavano però due diversi aspetti: la prima manteneva la nave fuori dalla zona degli iceberg per tutto il viaggio, mentre la seconda finiva proprio sulle rotte dei ghiacci. Per i più temerari o i più fatalisti però, la probabilità di investire un iceberg largo quasi un miglio in una zona vasta più di 500 miglia quadrate, era da considerarsi trascurabile. In realtà non fu sempre così. Nonostante i Clipper adottassero molte vedette, non sempre queste ultime riuscivano ad avvistare in tempo gli iceberg e in molti casi la collisione finiva in un naufragio. Il Golden Star, ad esempio, andò perduto con tutto l’equipaggio, proprio in circostanze del genere.

 

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