I leggendari Clipper  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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Il leggendario Cutty Sark

   Il 1869 non solo fu l’anno dell’apertura del canale di Suez, ma fu anche l’anno in cui fu varato il Cutty Sark. (foto 24)

    Appena una settimana prima, l’imperatrice Eugenia, consorte di Napoleone presenziò all’inaugurazione del canale, che con un percorso di 161 Km. collega Porto Said, dal bacino del mediterraneo sino a Suez  (foto 26)  nel mar Rosso, passando attraverso in laghi amari. Solo due anni più tardi, al Cairo, venne rappresentata l’Aida che Giuseppe Verdi compose proprio per tale evento. Il canale era una via d’acqua decisamente impraticabile ai velieri, ma non fu certamente questo a condizionare le imprese del Cutty Sark (foto 22) che pur tra alterne vicende, si può dire che abbia portato all’apice l’età d’oro della vela. Bisogna precisare inoltre che, all’epoca,  non tutti gli armatori erano disposti a sacrificare i propri velieri con della navi lente che sputavano fumo; vi fu persino chi asseriva che nelle grandi distanze non avrebbero retto allo sforzo e che nell’attraversamento del Golfo persico, il caldo da sopportare sarebbe stato troppo estenuante per i marinai costretti a lavorare giù nei locali caldaia. Prima però di osservare un po’ da vicino quelle che sono state le avventure di questo meraviglioso veliero, parliamo brevemente dell’ideatore, cioè di colui che ancor prima amò l’idea stessa di costruire questa nave. L’idea era che questa nave  doveva essere la più elegante e la più veloce mai costruita. Il Cutty Sark avrebbe dovuto superare in prestazioni un rivale di talento, il Thermopylae, che già aveva  dimostrato la sua posizione di dominio in più di un’occasione. Certamente Jock Willis, un armatore londinese molto singolare e un po’ eccentrico, soprannominato “old white hat” (foto11) per via del suo cilindro di castoro grigio che era suo costume  indossare sulle banchine di Londra. Certamente, mai avrebbe immaginato che la sua nave sarebbe passata alla storia. Dopo 136 anni, ancora oggi, essa è ammirata e vezzeggiata dallo sguardo stupito di visitatori che da ogni parte del mondo arrivano a Greenwich per osservarne la sua linea i sue alberature le sue finiture e leggere delle sue imprese. 

   Jock Willis aveva percorso le rotte più remore del globo indossando le vesti da marinaio sino al grado di Capitano ed amava il mare e le navi, come fossero creature viventi. Egli, per questo suo progetto, si rivolse ad un giovane progettista, Hercules Linton, (foto 12) il quale pensò di dare una nuova forma allo scafo della nuova nave,  disegnando le sezioni più squadrata e fu indovino, perché proprio questo accorgimento costruttivo permise al Cutty Sark di poter issare una maggior quantità di vele. Jock Willis per la costruzione del suo veliero quindi, si appoggiò al cantiere di Hercules Linton e William Scoth, a Dumbarton in Scozia, ed ebbe fiuto, nonostante che al loro attivo i due soci non avessero varato che una sola nave, per di più, Willis, per questa commessa riuscì a spuntare un prezzo costruttivo di 17 sterline per tonnellata (al valore dell’epoca). Un prezzo non particolarmente eccessivo, se si pensa che il valore medio per la costruzione di un Clipper composito oscillava intorno alle 18 sterline e 18 scellini a Tonnellata, mentre per quelli in ferro la cifra scendeva a poco più di 17 Sterline la Tonnellata. Il Citty Sark dislocava 2001 Tonnellate ed era lungo 64.60 mt e largo 11 mt. e pescava 6.40 mt. la sua velatura aveva una superficie pari a 3000 mq. ed era asservita da 16 Km. di manovre e ciò gli conferiva una potenza eolica di almeno 3000 cavalli. Naturalmente tutti i lavori di allestimento furono seguiti, su esplicita richiesta di Willis, dal futuro comandante, il Capitano George Moodie, (foto 13) marinaio di grande esperienza e altrettanto perfezionista quanto lo era il suo armatore; quest’ultimo infatti pretese che fosse impiegato materiale di prima scelta ivi compreso il ponte di coperta che fu rivestito in teak. Nel suo insieme tutta la nave fu curata nei minimi  particolari, compresa la fascia in oro laminato che correva lungo le fiancate della nave. Anche le decorazioni di poppa e il nome della nave erano in oro laminato. Lo scafo era dipinto in nero mentre la polena slanciata era dipinta di bianco e raffigura la strega che indossava una  succinta veste, con la mano tesa in avanti e in cui, l’equipaggio, usava mettere una matassa di canapo.

   In merito a questa singolare abitudine che per quanto curiosa va motivata, perché è strettamente legata al nome della nave stessa. Nel dialetto scozzese il termine “Cutty Sark” si traduce in “camicetta corta” orbene, secondo una antica leggenda, Tam o’Shanter, (foto 14) dopo una serata trascorsa a banchettare, stava rientrando a casa a dorso del suo cavallo, un baio grigio e, tra i bagliori di alcuni lampi, intravide un gruppo di streghe vecchie e malvestite, tranne una che indossava un grazioso cutty sark, così fermò il destriero per ammirare la bella strega e, ammirato da cotanta visione urlo: “bellissimo cutty sark”, ( foto 21) all’istante i lampi cessarono e il fattore, colto dal panico, spronò il cavallo e si precipitò verso la fattoria inseguito dalla strega che riuscì ad afferrare la coda del cavallo. Tam si sentì perduto ma riuscì a mettersi in salvo dopo aver superato il ponte sul fiume. 

   Chissà mai perché, questa vecchia leggenda, ispirò Jock Willis nella scelta del nome. Sicuramente è un fatto che appartiene ai segreti della mente umana.

 

 

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